Dall’1 al 4 febbraio 2024 Bologna ospiterà la 12esima edizione di Art City, con un palinsesto più ricco del solito grazie a due ricorrenze: i 50 anni di Arte Fiera e soprattutto i 60 anni dalla morte di Giorgio Morandi.
Musei, gallerie e spazi pubblici e privati ospiteranno mostre e iniziative dedicate alla figura del pittore, nato e cresciuto in terra bolognese, insieme a eventi a 360° inerenti al mondo dell’arte, contemporanea e non. Art City non si limiterà alle mura del centro storico, allargando il suo bacino di utenza anche all’area metropolitana di Bologna. Si dà il via così a oltre 200 eventi, da Budrio a San Lazzaro di Savena, da Pieve di Cento a Imola, da Sasso Marconi a Valsamoggia, da Rastignano a Calderara di Reno, a San Giovanni in Persiceto.
Special projects su Giorgio Morandi
Cinque special projects esploreranno e reinterpreteranno il lavoro del Maestro attraverso differenti linguaggi del contemporaneo:
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Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS
A cura di Alessia Masi
Museo Morandi | Via Don Minzoni 14, Bologna (30 gennaio – 7 luglio 2024)
Giovedì 1, venerdì 2, domenica 4 febbraio ore 10 – 20. Sabato 3 febbraio ore 10 – 23. Ingresso gratuito nei giorni di ART CITY Bologna (1 – 4 febbraio)
Le fotografie di Mary Ellen Bartley, da sempre interessata a esplorare le qualità formali e tattili, sono il risultato di una residenza svolta a Bologna nel 2020 da cui, dopo aver visitato lo studio e la casa di Morandi, è nato il progetto Morandi’s books, una serie fotografica di sue personali composizioni costruite con i libri appartenuti a Giorgio Morandi, oggi conservati nella casa-museodi via Fondazza. I volumi su Corot, Ingres, Piero della Francesca, Rembrandt, Cézanne, sono diventati, nelle mani della Bartley, i muti interlocutori delle sue “nature morte”, convivendo, talvolta, a fianco di oggetti e scatole di latta sottratti alla polvere dello studio dell’artista, pronti a riprendere vita e a ritrovare uno spazio, quello della foto, che restituisce loro una misurata dignità estetica oltre che una valenza formale. Nel suo approccio metodologico, Bartley ha rispettato aspetti come la luce, i colori e la geometria tanto cari a Morandi, per trasmettere e sottolineare quei valori di semplicità, silenzio, pace, ordine, meditazione e riflessione, valori sempre più precari nel tessuto sociale contemporaneo. Oltre alle immagini fotografiche, il percorso espositivo propone un video, realizzato dalla stessa Bartley, nel quale l’artista racconta l’incontro con l’opera e i libri di Giorgio Morandi, l’esperienza vissuta e il modus operandi utilizzato per la realizzazione di questo progetto. Mary Ellen Bartley mette in luce la stessa ricerca dell’essenza e la medesima attenzione verso le semplici cose, care a Morandi.
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Tacita Dean, STILL LIFE. The studio of Giorgio Morandi
A cura di Lorenzo Balbi e Alessia Masi, in collaborazione con spazio PIETRO di Simone Gheduzzi
Palazzo Tanari | Via Galliera 20, Bologna (1 – 4 febbraio 2024)
Giovedì 1 ore 16 – 20, venerdì 2 febbraio ore 10 – 20, sabato 3 febbraio ore 10 – 22, domenica 4 ore 10 – 20. Ingresso gratuito
Nel 2009 Tacita Dean, una delle protagoniste più influenti della scena artistica contemporanea, ha realizzato due film su pellicola 16mm all’interno dell’appartamento di Bologna in cui Giorgio Morandi visse e lavorò per gran parte della propria vita, oggi Casa Morandi, in particolare negli ambienti dello studio. Uno di questi, Still Life, viene proiettato all’interno dello spazio PIETRO a Palazzo Tanari. Nel film, girato in bianco e nero, appaiono linee che si intersecano fitte sui fogli di lavoro dell’artista, che tracciava a matita le esatte posizioni degli oggetti che avrebbe dipinto. Morandi studiava minuziosamente le possibili variazioni della composizione, annotandole con segni e lettere sui grandi fogli di carta che avvolgevano il suo tavolo di lavoro: i contorni si sovrappongono e incrociano dando vita a un disegno complessivo tanto straordinario quanto involontario. Attraverso tali tracce, trascurate e dimenticate, Tacita Dean racconta l’opera di Morandi, ricostruendone la costanza e il rigore delle fasi preparatorie. Il film è, infatti, caratterizzato da uno sguardo minuziosamente attento al dettaglio, una speciale qualità della luce e un tempo lento, fatto di lunghe pause, che rivelano di ogni oggetto, di ogni linea, un’essenza che né la pittura né la fotografia riuscirebbero a catturare allo stesso modo. L’artista britannica ci introduce all’interno di universi densi di tempo e spazio che trattengono la verità del momento, simili a nature morte, seppure in movimento.
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Morandi’s Objects. Le fotografie di Joel Meyerowitz
A cura di Giusi Vecchi
Collezioni Comunali d’Arte | Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6, Bologna
30 gennaio – 25 febbraio 2024
Giovedì 1 ore 14 – 19, venerdì 2 ore 10 – 19, sabato 3 febbraio ore 10 – 22, domenica 4 febbraio ore 10 – 18.30
Ingresso gratuito nei giorni di ART CITY Bologna (1 – 4 febbraio)
Allestita nelle sale 23 e 24 delle Collezioni Comunali d’Arte a Palazzo d’Accursio, la mostra Morandi’s Objects. Le fotografie di Joel Meyerowitz, a cura di Giusi Vecchi, introduce all’universo oggettuale di Giorgio Morandi attraverso lo sguardo di Joel Meyerowitz, presentando una selezione di 17 scatti dal nucleo complessivo di 23 opere che il celebre fotografo statunitense ha generosamente donato al Museo Morandi nel 2015 e nel 2024. A completamento di un progetto avviato nel 2013 nella casa di Paul Cézanne ad Aix-en-Provence, nella primavera del 2015 Joel Meyerowitz ha avuto accesso alla stanza-studio di Casa Morandi, in via Fondazza 36 a Bologna, in cui sono conservati gli oggetti che il pittore disponeva sui suoi tavoli e contemplava a lungo prima di riprodurli nelle sue nature morte. Scopo del lavoro è stato quello di fornire un catalogo degli oggetti che questi pittori hanno usato nel corso della loro vita, mostrando agli studiosi e agli altri spettatori interessati le forme, per lo più umili e basiche, da cui i due grandi artisti hanno tratto ispirazione. Attraverso più di 700 scatti, utilizzando esclusivamente la luce naturale, Meyerowitz ha compiuto una profonda ricognizione tassonomica di tutti gli oggetti conservati nella piccola stanza dove Morandi ha vissuto e lavorato: fra vasi, ciotole, bottiglie, pigmenti colorati, brocche, fiori secchi, conchiglie, imbuti, annaffiatoi, pigmenti e altri oggetti polverosi e invecchiati sulla stessa carta che l’artista ha lasciato sul muro, ormai fragile e ingiallita dall’età.
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Virgilio Sieni, Elegia Luminosa
A cura di Lorenzo Balbi
Interpreti Silvia Brazzale, Giulia Di Guardo, Lucrezia Gabrielli, Katia Pagni e Delfina Stella, Valentina Squarzoni. Musica (live) ASCARI
Con la partecipazione di studentesse e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna
Teatro Comunale di Bologna | Largo Respighi 1, Bologna
1 – 4 febbraio 2024
Giovedì 1 ore 18 / 19.30, Venerdì 2 ore 18 / 19.30 / 21, sabato 3 febbraio ore 16.30 / 18 / 19.30 / 21, domenica 4 febbraio ore 14 / 15.30 / 17
Ingresso gratuito (posti limitati su prenotazione attraverso TicketSms, scaricando l’app sul cellulare oppure direttamente accedendo al sito, a partire dal 29 gennaio fino a esaurimento)
Il progetto Elegia Luminosa di Virgilio Sieni indaga la relazione tra l’artista e i suoi oggetti e la possibilità di leggere la fase di composizione come un processo coreografico e performativo: un cammino della materia vivente verso il gesto. Una materia che si muove verso di noi, un incontro tra attanti, tra ciò che indica l’origine dell’azione, sia umano che non-umano. Le opere di Morandi, così come gli oggetti da lui usati per comporre le sue opere, ci narrano una relazione vitale ed entusiasmante che si può ricondurre all’idea di corpo luce, quello che Jacques Derrida indica come l’intimità tra essere e seguire: essere sempre pronti a rispondere a una chiamata da qualcosa. Quello che si intende seguire, osservando le nature morte e le vedute di Morandi, è uno sguardo politico sulla postura emozionale che nasce dal dialogo con le cose intese come soggetti che ci determinano, aprendo domande sulla natura, sulla geografia e sull’archeologia dell’azione: una politica dell’agire umano e della forza rivoluzionaria e indipendente delle cose. Nella performance sono le cose di Morandi, gli oggetti che sono serviti per comporre le sue opere, che determinano le declinazioni del gesto con le forme della lentezza, dell’incrinatura, dello sguardo sull’altro, del passaggio di luce: atlante di pratiche rivolto al mondo presente. Un adagissimo che accoglie la visione di corpi tenuamente vicini alle cose e agli oggetti appartenuti a Morandi; come nella serie delle Bagnanti in Cézanne, sia nella trasfigurazione di luce che forma i corpi che come inno di gesti forgiati da incrinature e attese che sempre si generano in un tempo inappropriabile.
Il progetto comprende anche Atelier Morandi – Palestra Auratica, un ciclo di lezioni sul gesto condotte da Virgilio Sieni rivolte a cittadine e cittadini di tutte le età e a studentesse e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Forme di trasmissione che si svolgono contemporaneamente alla performance e con essa tendono a elaborare uno spazio comune di riflessione sull’origine del gesto e la vicinanza alle cose. L’atto meditativo, lo scorrere quotidiano davanti e con le cose diviene lo stimolo per originare una sequenza di gesti condivisi. Alcune opere di Morandi serviranno da guida per riflettere e praticare le origini del gesto. Per partecipare ad Atelier Morandi – Palestra Auratica è necessario compilare il modulo sul sito dedicato.
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Mark Vernon, Saturnine Orbit
Casa Museo Giorgio Morandi e Fienili del Campiaro | Strada Provinciale 24 115, Grizzana Morandi (BO)
3 – 4 febbraio 2024
Sabato 3 e domenica 4 febbraio ore 11 – 18 (installazione sonora), domenica 4 febbraio ore 16 (live)
Ingresso gratuito
Xing presenta Saturnine Orbit, un’installazione sonora e un live, appositamente commissionati a Mark Vernon, nella Casa Museo Giorgio Morandi e negli spazi dei Fienili del Campiaro, soggetto privilegiato del pittore bolognese durante i periodi di villeggiatura nell’appennino bolognese a Grizzana Morandi. Mark Vernon rivisita gli spazi di vita e lavoro di un Morandi isolato e meditativo, facendo riverberare i detriti di un quotidiano in soundscapes dal tono fantasmatico: un esercizio di moderna hauntologia. Per Saturnine Orbit Vernon crea un collage lineare istantaneo di suoni con una propria narrativa. Il nastro funge da diario sonoro cronologico e sarà annotato verbalmente con il luogo, l’ora del giorno e le condizioni meteorologiche – coordinate che potrebbero essere state importanti anche per Giorgio Morandi in quanto pittore. Accanto ai field recordings raccolti in loco durante la residenza produttiva, Vernon impiegherà gli oggetti morandiani come strumenti sonori, utilizzando lo spazio interno di bottiglie, brocche e vasi nello studio di Casa Morandi come piccole camere di risonanza, mentre le registrazioni ambientali della campagna circostante verranno riprodotte dall’interno di questi oggetti con minuscoli altoparlanti e microfoni. Attraverso questo processo l’esterno diventa l’interno: il mondo in una bottiglia. Oltre alle registrazioni digitali Vernon utilizzerà un registratore portatile a bobina, una tecnologia databile all’epoca in cui Morandi viveva. Saranno inclusi anche estratti dall’unica registrazione esistente della voce dell’artista bolognese. Tutto il materiale così raccolto e ricomposto sarà presentato in un’installazione sonora dal tono compositivo più astratto, e in una esecuzione live che conterrà elementi più visivo/performativi focalizzandosi sulla manipolazione di oggetti e le interazioni tra microfoni, altoparlanti, registratori e loop su nastro. Durante ART CITY Bologna, su NEU Radio verrà trasmessa una serie quotidiana di estratti sonori della creazione in corso d’opera; la sound performance dal vivo nei fienili andrà anche in onda in diretta. Per agevolare l’arrivo a Grizzana Morandi da parte del pubblico di Bologna è prevista una navetta gratuita in partenza da MAMbo per Casa Morandi a Grizzana Morandi le mattine di sabato 3 e domenica 4 febbraio, con ritorno al MAMbo in serata. In entrambe le giornate, sarà offerto un servizio di collegamento con la stazione di Vergato in coincidenza con l’orario di arrivo e partenza dei treni da/per Bologna. Maggiori dettagli e aggiornamenti nella scheda dedicata al progetto sul sito artcity.bologna.it.
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Morandi metafisico. Tre disegni. Una storia
Casa Morandi | Via Fondazza 36, Bologna
1 febbraio – 5 maggio 2024
Giovedì 1, venerdì 2, domenica 4 febbraio ore 10 – 20, sabato 3 febbraio ore 10 – 22
Ingresso gratuito
Anche Giorgio Morandi è stato un pittore “metafisico”. Le opere in cui si può percepire una vicinanza stilistica a quelle dei principali esponenti della Metafisica sono 21 (comprendendo anche quelle oscillanti tra Metafisica e “Valori Plastici”) e sono prevalentemente dipinti ad olio. Queste tele si conservano per lo più in alcuni dei più importanti musei italiani (quella appartenuta a Roberto Longhi venne purtroppo trafugata nel 1981 e ad oggi non è stata ancora ritrovata). Il Museo Morandi possiede tre disegni che, pur essendo cronologicamente successivi a quel solo anno (estate 1918 – tardo autunno 1919) in cui Morandi si avvicina alla Metafisica, possono a pieno titolo appartenere a quel gusto. Questi rari e preziosi fogli, infatti, tracciati a inchiostro raffigurano rispettivamente due nature morte metafisiche di impianto analogo a quello dei dipinti che si conservano alla Pinacoteca di Brera (Natura morta, 1919, Vitali 44 e Natura morta, 1919, Vitali 43)) e un vaso di fiori che invece richiama il dipinto di collezione privata (Fiori, 1920 – Vitali 56) emblematico della successiva stagione dei “Valori Plastici”. I tre disegni, in realtà, risalgono tutti a quel periodo, come si evince dalla carta su cui sono stati schizzati seppur con una precisione quasi descrittiva. Morandi ha utilizzato infatti il verso di cedole librarie della celebre casa editrice d’arte “Valori Plastici” fondata nel 1918 dall’artista ed editore Mario Broglio. I fogli provengono, non a caso, dal fondo archivistico della rivista romana e, andati in asta a Roma nell’aprile del 1999, sono stati acquistati dal Comune di Bologna arricchendo così la collezione del Museo Morandi.
Gli eventi di Art City Bologna da non perdere
Per i cinque giorni di Art City spazi pubblici e privati di Bologna propongono un calendario fittissimo di eventi, tra mostre, performance, talk e approfondimenti dedicati al mondo artitistico di ieri e di oggi. Ecco alcuni tra gli appuntamenti da segnare in agenda:
- Alchemilla presenta a Palazzo Vizzani The Painting Race, progetto espositivo e performativo del trio di artisti italiani anonimi CANEMORTO, a cura di Antonio Grulli. Sei “quadri radiocomandati” provvisti di ruote, disposti all’interno di un circuito chiuso, attraversano le sale dello spazio espositivo, ribaltando la percezione comune dei dipinti su tela, oggetti preziosi, statici e intoccabili, che normalmente vanno ammirati senza contatto fisico. All’interno della mostra, al contrario, i dipinti diventano opere mobili, a disposizione del pubblico per essere pilotati lungo il tracciato che si snoda attraverso le suggestive sale settecentesche di Alchemilla. Tramite questa dimensione ludica e partecipativa, The Painting Race annulla le distanze canoniche tra opere e visitatori, ironizzando sulle dinamiche competitive che caratterizzano il contesto delle fiere d’arte.
- Chiara Fumai: Inviting Evil Spirits è una dedica dell’associazione Traditum est a Chiara Fumai, artista femminista, scomparsa nel 2017 a 39 anni. Le installazioni video delle performances Shut up, Actually Talk (2012-13) e The book of evil spirits (2015) abitano gli spazi storici della Biblioteca Italiana delle Donne, centro di documentazione femminista tra i più importanti nel panorama europeo, che ha in archivio alcune delle opere delle autrici evocate da Chiara Fumai durante la sua indagine performativa, generando un dialogo soprannaturale tra la messa in scena delle performance e l’ambiente in cui sono riprodotte. La mostra, curata da Antonio Lamparelli, si propone lo scopo di promuovere l’accesso pubblico ai servizi della Casa delle Donne per non subire violenza.
- Cineteca di Bologna prosegue la sua indagine sui rapporti tra il cinema e le arti visive, promuovendo al Cinema Lumière e al Modernissimo la rassegna ART CITY Cinema: un omaggio a Eugenio Riccòmini, con i film Dai Carracci a Morandi e La piazza narrata, diretti da Giovanni Mazzanti. E poi il film su Guercino di Giulia Giapponesi, i ritratti di Van Gogh, firmato da Julian Schnabel, Anselm Kiefer, firmato da Wim Wenders, e Jeff Koons, firmato da Pappi Corsicato (calendario completo sul sito www.cinetecadibologna.it). Il Sottopasso di via Rizzoli, il nuovo spazio espositivo curato dalla Cineteca di Bologna, ospita la mostra Bologna Fotografata, che sarà affiancata, dal 3 al 25 febbraio, dalla mostra World Press Photo 2023, promossa in collaborazione con Foto Image e World Press Photo Foundation, con gli scatti premiati – nell’anno appena trascorso – dal più prestigioso concorso fotogiornalistico internazionale.
- Sala Urbana delle Collezioni Comunali d’Arte, la mostra IMMANENTE. L’arte di Faenza riplasmata dall’acqua, a cura di Matteo Zauli e Eva Degl’Innocenti, vuole essere un’istantanea della drammatica alluvione che nella notte del 16 maggio scorso ha invaso di fango gran parte della città di Faenza, travolgendo l’esistenza di luoghi, cose e persone. Molte istituzioni culturali ne sono state gravemente toccate, tra le quali la Biblioteca Comunale Manfrediana, musei privati, le scuole comunali di musica e di disegno. Un evento che, a oltre sei mesi di distanza, stenta a lasciarsi considerare memoria, condizionando ancora profondamente il presente di quel territorio. Gli oggetti esposti – un pianoforte, una cassa per il trasporto di opere d’arte, due sculture in ceramica, sei fotografie, dodici vasi in terracotta e alcune decine di cataloghi d’arte – testimoniano la creazione e la rinascita dopo l’alluvione: dalla distruzione alla rinascita, attraverso la forza della cultura, dell’arte e della creatività.
- L’artista statunitense David Adamo (1979) presenta negli spazi di KAPPA-NöUN, a San Lazzaro di Savena, nuovi cicli di opere prodotte in modo site specific per questa mostra personale. Durante a un periodo di residenza a Bologna ha creato nuove sculture in legno usando per la prima volta essenze locali. Queste sono inserite nella mostra David Adamo – A bedtime story che riprende il concetto del museo italiano tradizionale, con pareti dai colori tenui e riproduzioni contemporanee di armature medievali in bronzo.
- Gli spazi dell’antico ex Oratorio di Santa Maria degli Angeli, oggi adibito alle attività di restauro del LabOratoriodegli Angeli, si aprono al dialogo con il contemporaneo accogliendo un intervento site-specific di Atelier dell’Errore (AdE) fondato dall’artista Luca Santiago Mora. IDOLO, a cura di Leonardo Regano, presenta un’installazione dedicata che riunisce la complessità dei loro diversi linguaggi espressivi: disegno, video, fotografia, scultura. Nelle sue molteplici risonanze visive ed esperienziali, il progetto propone un dialogo intimo tra lo spazio espositivo e l’opera di Atelier dell’Errore (AdE), assorbito e trasformato in uno scenario interno alla propria pratica progettuale. Nelle giornate di sabato 3 (ore 18.00 / 21.00) e domenica 4 febbraio (ore 15.00 / 17.00) lo spazio di mostra sarà teatro di un intervento performativo per due personaggi: Pizia-Cassandra e Tiresia, interpretati da due performer dell’Atelier dell’Errore: Nicole Domenichini e Matteo Morescalchi. Il testo è un cut-up dai primi trenta Cantos di Ezra Pound e da testi originali dell’AdE.
- Nella Project Room del MAMbo è visibile Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno, progetto espositivo a cura di Lorenzo Balbi che istituisce un dialogo inedito tra Properzia de’ Rossi, artista bolognese nata nel 1490 e morta nel 1530, considerata la prima donna scultrice nella storia dell’arte nonché unica donna ad avere una biografia all’interno delle Vite di Giorgio Vasari, e Lynda Benglis, autorevolissima artista americana nata nel 1941 e considerata una delle più importanti scultrici viventi. Le due artiste, virtuose del medium scultoreo in due epoche diverse, fanno emergere nelle loro opere un utilizzo della scultura come modo di emergere in un ambito considerato per secoli prettamente appannaggio degli uomini. Se il contesto sociale di Properzia de’ Rossi ci è descritto da Vasari stesso che esordisce nel profilo dedicato all’artista sottolineando quanto la scultura sia un’arte per gli uomini, è Lynda Benglis in persona a denunciare il maschilismo del mondo dell’arte newyorkese degli anni Settanta.
- Il Museo Civico Archeologico accoglie, negli spazi della sala dedicata alle mostre temporanee e nella Sezione preistorica, la mostra Indispensabile di Giovanni Morbin, a cura di Daniele Capra, costituita da una cinquantina di lavori di natura scultorea e documentativa realizzati dalla metà degli anni Ottanta a oggi, e da nuove performance realizzate per questa occasione. Ultimo di una serie di progetti espositivi sulla ricerca quarantennale di Morbin, uno dei più importanti body artist italiani, Indispensabile nasce dalla fascinazione dell’artista per alcuni dei reperti conservati nel museo civico bolognese, e in particolare per gli attrezzi e gli strumenti che l’uomo ha pensato e realizzato, sin dalla preistoria, per espletare le differenti necessità che via via si sono presentate. La mostra fornisce un focus sui lavori di Morbin dotati in maniera paradossale di funzioni che non rispondono però a necessità di ordine pratico, come di solito accade con gli utensili, quanto invece a finalità di natura espressiva. I lavori selezionati evidenziano infatti una particolare tendenza a considerare l’opera come dispositivo necessario a espletare funzioni insolite di tipo concettuali o immaginarie.
- Le sculture inedite che Pegah Pasyar propone nella mostra Mnemosine curata da Marco Baldassari presso il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, riportano lo sguardo interiore alla Memoria ed al Ricordo, ad un momento dove tormento e felicità convivono. Giocattoli, che si fondono in un magma di forme geometriche che li avvolgono e danno struttura ai ricordi, come cervelli che contengono pensieri della nostra infanzia. Il dialogo con le opere del museo, tra splendide marionette, ceramiche e sculture antiche dal Rinascimento al Barocco, oltre ai capolavori della Pittura, si legano nel ricordo che trae fonte dalla nostra storia, dalla nostra civiltà. L’artista iraniana, legata all’uso della miniatura persiana ed alla creazione di gioielli con una manualità che trova ispirazione nei piccoli formati, traduce la sua cultura Orientale in quella dell’Occidente, mediando con l’utilizzo di piccoli giocattoli.
- Maria Ilva Biolcati, in arte Milva, ha attraversato da protagonista oltre cinquant’anni di storia italiana. Dalla provincia ferrarese di Goro fino a uno dei templi del teatro italiano (il Piccolo Teatro di Milano), passando per Parigi, la Germania, la Grecia, il Giappone, Milva ha lasciato un segno nel mondo dello spettacolo e del costume, in molteplici generi. È stata a Sanremo; è stata sulle copertine dei rotocalchi; ma ha anche lavorato con Luciano Berio; è stata (come “Milva la Rossa”) emblema della canzone politica impegnata; ha recuperato la tradizione popolare e, al contempo, ha interpretato le canzoni di Vangelis, compositore di colonne sonore e musica elettronica; è stata protagonista degli spettacoli di Giorgio Strehler e interprete d’elezione di molte canzoni di Franco Battiato. Di tutti questi volti, da Goro alla dimensione internazionale in cui si sviluppa la sua vita, cerca di rendere conto la mostra In arte, Milva, a cura di Anna Maria Lorusso e Lucio Spaziante, che nella Sala Mostre del Museo Internazionale e biblioteca della musica presenta per la prima volta parte dell’archivio donato nel 2022 dalla figlia Martina Corgnati alla Biblioteca delle Arti dell’Università di Bologna, ora inventariato e catalogato in collaborazione con Polo bolognese SBN e con Archivi ER – Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna.
- Nell’Oratorio di San Filippo Neri l’installazione di Luca Monterastelli Storia di un onest’uomo, a cura di Alessandro Rabottini, riscrive gli oggetti che appartengono al luogo creando un nuovo paesaggio, in cui gli elementi si accumulano in barricate, trasformandolo in uno scenario che ricorda un rifugio, uno spazio riparato, capace di assecondare il nostro bisogno di protezione da un mondo sempre prossimo al collasso. Le sculture parte dell’installazione diventano segni applicati al corpo, delle opere indossabili, capace sia di amplificare i gesti, sia di mortificarli. L’indagine attuata da Storia di un onest’uomo prosegue la ricerca dell’artista sul potere coercitivo della narrazione politica, facendo leva sulla contraddizione tra il desiderio di rintanarsi per sfuggire ai rischi della contemporaneità e la costante presenza del Reale che torna inarrestabile a bussare alle nostre porte.
- Dopo Michelangelo Pistoletto, Marino Marini e Aldo Mondino, è Mimmo Paladino il grande artista invitato nel 2024 ad esporre negli spazi cinquecenteschi di Palazzo Boncompagni. La mostra Mimmo Paladino nel Palazzo del Papa, curata da Silvia Evangelisti in collaborazione con l’artista, presenta importanti opere, dipinti e sculture di grandi dimensioni, particolarmente significative della poetica dell’artista, a documentare la sua ricerca negli ultimi vent’anni. Al centro della Sala delle Udienze Papali è collocata la monumentale installazione di tredici cavalli neri che emergono da una grande pedana quadrata; due alte e ieratiche figure di Guerrieri in bronzo (2005) accolgono i visitatori all’interno della Loggia coperta, che ospita anche la suggestiva installazione dei sette personaggi-ideogrammi di Respiro del 1995 e un grande Elmo di bronzo del 1998 solcato a rilievo da segni arcani – numeri, labirinti, lettere di un idioma sconosciuto. Nelle sale interne sono i dipinti, tra cui la nuova serie di 7 Madonne nere allestita in una unica suggestiva sala.