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Mostre 2024 Bologna: da Ligabue a Martin Parr, cosa vedere in autunno

Beatrice Curti 3 settimane fa
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Martin Parr, Common Sense, © Martin Parr/Magnum Photos

L’autunno è arrivato e Bologna si prepara a una stagione di mostre tutta da scoprire! Dalla prima mostra monografica dedicata ad Antonio Ligabue in città fino alle fotografie senza filtri di Martin Parr. E ancora, arte contemporanea, mostre sul cinema e tanto, tanto altro. Scopriamo cosa andare a vedere questo autunno a Bologna con il nostro #spiegonemostre!

Palazzo Pallavicini

Antonio Ligabue (dal 3 ottobre 2024 al 28 febbraio 2025)

Prima mostra antologica dedicata all’artista di Gualtieri a Bologna, l’esposizione di oltre 60 dipinti, 10 sculture e 10 disegni permette di percorrere la vita tormentata di Antonio Ligabue, dalla Svizzera fino all’Emilia, che lo accoglie e dove comincia la sua avventura artistica, che lo vede raccontare una campagna fantastica, popolata da tigri feroci e gorilla giganteschi, insieme a galli, animali da cortile e tantissimi autoritratti, che ci danno la misura di un uomo fragile, da tanti chiamato “il Van Gogh italiano”.

Museo Civico Archeologico

Martin Parr. Short & Sweet (dal 12 settembre 2024 al 6 gennaio 2025)

Dal 12 settembre 2024 al 6 gennaio 2025 il Museo Civico Archeologico di Bologna ospiterà la mostra 
fotografica Martin Parr. Short & Sweet, a cura di Martin Parr. Oltre 60 fotografie selezionate dall’autore insieme all’installazione Common Sense composta da 250 scatti e una intervista inedita, per ripercorrere la carriera di uno dei più famosi fotografi documentaristi contemporanei.

MamBo -Museo d’arte moderna di Bologna

UNA RICERCA POLIVALENTE. ESPERIENZE DAL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA (fino al 13 ottobre 2024)

Il progetto, realizzato attraverso una collaborazione tra il museo bolognese e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e curato da Chiara Vorrasi, conservatrice responsabile delle Gallerie ferraresi, e Uliana Zanetti, responsabile del patrimonio del MAMbo, intende celebrare le attività, a circa cinquant’anni dalla fondazione e a trenta dalla chiusura, del Centro Video Arte di Ferrara, unica istituzione artistica espressamente dedicata in Italia alla produzione di video-tape.

Ideato da Lola Bonora nel 1973, e da lei stessa guidato per l’intero corso della sua durata, il Centro Video Arte diviene sin dal suo esordio parte integrante della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara diretta da Franco Farina. Avvalendosi del supporto tecnico di Carlo Ansaloni e Giovanni Grandi, il Centro esplora ogni possibilità di applicazione del video in ambito artistico, spaziando dalla video-documentazione alla produzione di video-opere, dall’impiego del video-tape in chiave didattica alla sua sperimentazione in interventi di carattere sociale.

TRAMANDO. Francesco Arcangeli tra la Pinacoteca nazionale e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna (fino al 6 gennaio 2025)

All’interno delle collezioni del MAMbo, i visitatori potranno leggere, accanto a tre opere, scelte tra le tante acquisite da Francesco Arcangeli per la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna negli anni della sua direzione, alcuni suoi brani tratti da presentazioni e saggi. 

Al Museo Morandi invece, sei dipinti e quattordici acqueforti della collezione sono accompagnati da commenti e interpretazioni tratti dalla monografia dedicata all’artista bolognese, Giorgio Morandi (1964), e dal testo Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana (1970). La selezione dei testi intende avvicinare il pubblico all’altissima qualità letteraria della prosa di Francesco Arcangeli, magistrale interprete dell’opera morandiana.

L’attività d’acquisto e d’accrescimento del patrimonio artistico, e la conseguente possibilità del pubblico di fruire di documenti diretti (i più numerosi e ad un tempo selezionati che sia possibile) dell’arte moderna e contemporanea, resta, secondo me, lo scopo precipuo del mio lavoro di storico e critico dell’arte chiamato a dirigere la Galleria d’Arte Moderna della mia città. – scrive Francesco Arcangeli nella presentazione del catalogo sulla mostra Nuove acquisizioni alla Galleria d’Arte Moderna, allestita presso il Museo Civico di Bologna dal 2 al 15 marzo 1963. – […] È possibile, insomma, ridare equilibrata consistenza a una tradizione complessa, a un raggio di vita artistica già più che secolare? […]. Inoltre, la meta non è univoca. Ne esiste una locale; una di significato nazionale; una, se possibile, di allargamento al campo internazionale. Ove si tenga presente che la Galleria del Comune è l’unica in Bologna addetta all’arte moderna e contemporanea, penso che nessuna di queste mete sia da trascurare. […] Bologna deve anche affacciarsi ad una cognizione diretta dei valori internazionali. Anche opere straniere, dunque, anzitutto a disposizione di tutti coloro pei quali – studenti, impiegati, professionisti e lavoratori d’ogni specie e condizione – non sia, tuttora, facile il viaggio”.

Museo Civico del Risorgimento

Lacrime di pietra ( dal 28 settembre al 17 novembre 2024)

Fra i portici del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è nata l’idea di rendere omaggio a opere che, oltre a testimoniare il ricordo e la lotta contro l’oblio, sono di per sé splendidi esempi di un passato artistico di eccellenza. Fra fauni e leoni, personificazioni, allegorie, melograni e fiori, il progetto espositivo Lacrime di Pietra – ideato e curato da Erica Calardo, pittrice figurativa professionista che vive e lavora a Bologna, con il coinvolgimento di 30 suoi allievi – conduce in un percorso simbolico, ctonio, evocativo, che trasla nel contemporaneo il patrimonio artistico della città.

Le 35 opere esposte sono realizzate a olio su tela in grisaille calda. Si tratta di una tecnica dicromica antica e di grande effetto: luci e ombre danzano insieme presentandosi come entità distinte e contrastanti, perdendosi le une nelle altre per creare l’illusione della tridimensionalità. Pochi colori, forti contrasti. Le luci stagliate, materiche, impastate, corpose, fredde nei mezzi toni di passaggio, creano un contrappunto alle zone d’ombra morbide, calde, vellutate, scure e avvolgenti. La Vita e l’Oblio, la Luce e le Tenebre. Le figure sembrano emergere dal buio, urlando la necessità che le si ricordi.

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